Scuola e calcio: mondi che convivono

Scuola e calcio agli occhi di un bambino appaiono come due realtà differenti e contrastanti: la tediosità e monotonia della prima contro la dinamicità e il divertimento della seconda. La loro preferenza è scontata. Molti bambini sono all’oscuro che nella piramide rappresentante gli elementi fondamentali per la loro buona educazione e crescita, scendendo di un scalino dal ruolo primario occupato dalla famiglia, troviamo la scuola davanti allo sport.

Che rapporto hanno la scuola e il calcio?
L’attività sportiva porta via tempo allo studio, ma anche lo sport è istruzione, seppur senza libri e quaderni. La nostra società opera nella convinzione che la scuola venga prima del calcio. La grande opportunità che offriamo noi è quella di collaborare affinché l’impegno scolastico non venga meno e che la sfrenata passione per il calcio non vada a discapito dello studio.

Ogni stagione, puntualmente, sorgono problemi legati alla condotta e ai voti scolastici e, di primo impulso, privare del calcio il bambino in difficoltà a scuola sembra la soluzione più ovvia dal punto di vista dei genitori. Tuttavia, negare l’attività sportiva non è il modo migliore per affrontare queste situazioni complicate. Nel momento in cui iscrivete vostro figlio a calcio, delegate il suo allenatore ad assumere un ruolo di educatore nella sua crescita. Noi collaboriamo per giungere alle migliori soluzioni e non cerchiamo motivi di contrasto. Accordandosi con gli allenatori è possibile stabilire una mancata convocazione alla partita, evitando di punire severamente il figlio con l’assenza dall’intera settimana di allenamenti: è solo un danno ulteriore.

Allo stesso modo, non difendeteli sempre come se aveste ancora il cordone ombelicale a tenervi uniti. Non chiamatelo “povero cucciolo”. Lasciatelo affrontare le conseguenze. Permettetegli di sbagliare per migliorarsi. Guardatelo superare con le sue forze le frustrazioni per crescere forte.

I mister, col consenso dei genitori, possono richiedere la pagella ai propri calciatori, non tanto per leggerla e valutarla personalmente, gesto inutile, bensì per stimolare maggiormente il bambino nell’impegno a scuola. È timoroso che il mister, rappresentante il calcio, la realtà che ama, entri a contatto con l’altra realtà in cui vive. I genitori possono far sapere agli allenatori miglioramenti o peggioramenti nello studio e nel comportamento a scuola del figlio. Fate ciò in presenza del bambino.

In questo modo può capire come scuola e calcio, due mondi ai suoi occhi completamente diversi, coesistano e debbano essere ben gestiti da lui stesso.
Responsabilizziamolo nella gestione del proprio tempo, dei propri doveri e piaceri, incominciando a farlo diventare grande.

 

Davide Fabris