Il ruolo del genitore nel giovane calciatore

Non perderò mai la convinzione che gli eroi più grandi per ogni bambino non siano i vari Maldini o Del Piero, ma i propri genitori, la quale presenza nella vita dei figli è necessaria e indispensabile.

È proprio per questo semplice e noto motivo che occorre che il genitore si differenzi dal tifoso.

Nessuno è abilitato a insegnare come essere un bravo padre o una brava madre, ognuno traccia sulla vita del proprio figlio la propria linea di educazione. Tuttavia, è opportuno delineare un certo tipo di comportamento che permetta agli occhi di ogni bambino di riconoscere ai bordi del campo i propri genitori e non una coppia somigliante, ma sconosciuta. Non sono norme, ma calorosi consigli.

Cari genitori, non rischiate di far arrivare vostro figlio in ritardo alle partite se è davanti alla porta col borsone in spalla e mezz’ora d’anticipo sull’orologio: fatelo crescere con la consapevolezza della puntualità e sopportate un’ossessionata passione perché sarà un tatuaggio sul cuore per tutta la sua vita.
Siate presenti alle sue partite: a ogni goal cercherà il vostro sguardo, la vostra sola presenza oltre le linee di cinesini varrà quanto un tutto esaurito a San Siro per lui.
Non ditegli mai cosa deve fare in campo: sa benissimo qual è la cosa giusta e se sbaglierà, non importa, l’avrà fatto con la sua testa. Ci saranno i suoi allenatori a correggerlo: fidatevi anche di loro.
Lasciate a casa le parole “tira” o “ passa” e dedicatevi a un semplice “vai” che vuol dire nulla, ma per questo vale tutto. Quando vostro figlio tocca il pallone, incitatelo, incoraggiatelo. Applauditelo quando s’impegna, quando vi rende fieri e vi fa divertire, così come i suoi compagni e anche gli avversari: tutti se lo meritano.

Da allenatore, vorrei dover urlare le indicazioni ai bambini perché il suono dei vostri applausi soffocherebbero la mia voce.

Evitate litigi verbali e gestuali con gli altri genitori, siate razionali, non istintivi: uomini, non bestie.
Se avete avuto una brutta giornata, sfogatevi al bar alla partita della squadra che tifate, non a quella dove gioca una parte del vostro cuore.
Vostro figlio corre sul campo che osservate perché si diverte, non privatelo di questo giovamento con sceneggiate da Forum.
Chiedetegli prima se si è divertito, poi penserà da se’ a dirvi il risultato e a raccontarvi ogni azione.
Vuole essere il vostro orgoglio come voi siete il suo: state ad ascoltarlo e non annientate questo legame.
Non sognate al suo posto, lui vede già se stesso con la coppa del mondo alzata verso chissà quale cielo: cedete queste bellissime fantasie ai più opportuni sognatori e lasciamo che il tempo sveli quale sarà la realtà. Col passare degli anni i sogni muteranno: magari non potranno più contare sul calcio nella vita, ma su di voi punteranno sempre.

Buona stagione e buon calcio a tutti.

Davide Fabris